Maestoso, antico, quasi mistico. Il baobab è molto più di un albero: in Africa, e in particolare in Senegal, rappresenta vita, resistenza e identità.
La sua sagoma imponente domina il paesaggio, diventando un punto di riferimento per interi villaggi, che da secoli crescono all’ombra delle sue fronde.
Ritenuto uno degli alberi più antichi del pianeta, il baobab esiste da oltre 200 milioni di anni e può vivere per millenni. Il suo tronco spugnoso e cavo trattiene l’acqua, permettendogli di sopravvivere alle stagioni più aride. In alcune comunità, la corteccia interna viene addirittura pressata per ricavarne acqua potabile, preziosissimo nelle stagioni di secca, capace di garantire la sopravvivenza delle specie intorno.
Dal baobab si utilizza tutto: il frutto dolciastro, chiamato bouye, che si essicca direttamente sull’albero, viene impiegato per farine, bevande e succhi ricchi di vitamine; le foglie diventano un ingrediente fondamentale nella cucina senegalese, trasformate in una salsa dal sapore leggermente acidulo che accompagna riso o couscous.
In Senegal, uno degli esemplari più straordinari si trova a Joal-Fadiouth, a 100 km verso sud da Dakar: un colosso di 32 metri di circonferenza e nove secoli di età. Il suo tronco, cavo all’interno, può essere attraversato: un vero monumento naturale e spirituale.
In passato, proprio nel cuore di questi alberi venivano sepolti i griot, i cantastorie dell’etnia Serer. Custodi della memoria collettiva, i griot tramandavano la storia dei popoli attraverso la parola, la musica e il canto. Con la colonizzazione francese e la diffusione del cristianesimo, furono loro a preservare la cultura e l’identità locale, mantenendo vive le radici africane.
Quella delle sepolture nel baobab era una pratica antichissima, abolita nel 1960 con l’indipendenza del Senegal. Ma il suo significato resta intatto: l’albero come ponte tra il mondo terreno e quello spirituale, custode delle anime e delle tradizioni.
Oggi, il baobab continua a essere un simbolo potente di resistenza e memoria. La sua ombra accoglie chi cerca riparo dal sole, mentre le sue radici affondano in un terreno di storie, canti e culture millenarie.
In ogni foglia e in ogni ramo vive ancora la voce dei griot, quella voce che, da secoli, racconta l’Africa a chi sa ascoltarla.







