La filiera dell’aloe nelle zone aride del Kenya settentrionale
Proseguiamo il percorso di conoscenza del progetto Coltivare il futuro in Kenya e del nostro partner locale Laikipia Permaculture Centre raccontando di una seconda filiera sostenuta dall’iniziativa in corso, quella dell’Aloe secundiflora, parente “meno nobile” dell’Aloe vera.
Resistente ai climi aridi della zona, l’aloe era già stata introdotta come cash crop (produzione da vendere per avere disponibilità di denaro liquido, di contro alle produzioni per autoconsumo) negli anni precedenti presso diverse comunità di donne masai dell’area di Laikipia. Supportata da Lush Cosmetics, LPC ha rafforzato le competenze dei gruppi coinvolti rispetto alla coltivazione e trasformazione dell’aloe. L’accordo con Lush prevede infatti che alla raccolta delle foglie, che saranno destinate all’esportazione, il gel estratto resti invece ai gruppi produttori, che utilizzeranno la materia prima per processi di trasformazione locali. Saponi, creme, shampoo, sono prodotti dalle comunità masai e venduti ai turisti o commercializzati tramite LPC. Le foglie di aloe invece vengono impacchettate e spedite nel Regno Unito, dove sono lavorate da Lush per produrre le creme di aloe che potete trovare nei charity shop dei suoi punti vendita sparsi per il mondo.
Il progetto Coltivare il futuro mira al rafforzamento della filiera di aloe sotto molteplici punti di vista. Nella fase di coltivazione i campi già attivi sotto stati messi in sicurezza dal passaggio di elefanti, che si cibavano delle radici di aloe devastando i raccolti, attraverso delle recinzioni elettriche alimentate a energia solare; inoltre nuovi gruppi vengono formati per avviare coltivazione e aumentare la materia prima. Rispetto al segmento della trasformazione sono in corso di realizzazione dei centri di raccolta e laboratori dove le donne potranno eseguire i processi di realizzazione dei prodotti cosmetici in condizioni igieniche più sicure e efficienti. Nei prossimi mesi saranno inoltre realizzati percorsi formativi per migliorare la qualità del prodotto e arrivare a utilizzare solo ingredienti naturali per le linee di cosmesi, valorizzando anche i derivati della filiera del miele.
Oltre alla cosmesi, il progetto guarda all’avvio di trasformazioni dell’aloe per il settore alimentare, essiccando i fiori, al momento non utilizzati, per tisane o bevande.
Purtroppo il 2020 ha segnato un anno difficile per la filiera, dato che la situazione di pandemia ha portato alla cancellazione delle importazioni da parte di Lush, con conseguente forte riduzione degli introiti. Nuove collaborazioni si stanno però costruendo, e si spera che la filiera possa ritornare preso a costituire un fattore di resilienza per le comunità masai di Laikipia.