L'Albania verso l'adesione all'Unione Europea
Lo scorso aprile l'Alto rappresentante dell'Unione Europea, Federica Mogherini, e il Commissario dell'Unione Europea all'Allargamento, Johannes Hahn, hanno annunciato il loro parere positivo all'apertura dei negoziati per l'adesione dell'Albania all'UE. Giugno sarà un mese cruciale, perché il Consiglio dei Ministri degli Esteri degli Stati membri UE si riunirà e voterà se accettare o meno l'apertura dei negoziati.
Il primo passo verso l’ingresso nell’UE è rappresentato dalla domanda di adesione che, se accolta dal Consiglio, fa conseguire al Paese richiedente lo status di candidato. A questo punto esso deve rispondere ai criteri di adesione, o criteri di Copenaghen, che definiscono le condizioni che uno Stato candidato deve rispettare per intraprendere i negoziati ed entrare a far parte dell’UE. Essi riguardano in primo luogo la stabilità democratica delle istituzioni politiche, l'esistenza di un'economia in grado di reggere le regole della competizione e del mercato unico, il rispetto dei diritti umani e la tutela delle minoranze, lo stato del sistema giudiziario, la corruzione, la criminalità, e l'acquis comunitario, ossia la propensione necessaria ad accettare gli obblighi derivanti dall'adesione e dalle politiche dell'UE.
L'Albania ha presentato la sua richiesta di adesione all'Unione Europea il 28 aprile 2009. A seguito della sua domanda, il Consiglio dell'UE ha chiesto alla Commissione europea di preparare un dossier per consentire alle istituzioni europee di esprimere un giudizio sulla richiesta di adesione dell´Albania. Solo dopo le elezioni politiche del 2013, la Commissione ha proposto la concessione all'Albania dello status di candidato all'ingresso nell'Unione europea, avendo preso atto dei progressi compiuti in direzione della democrazia. Il Consiglio ha accettato nel giugno 2014 di concedere all'Albania lo status di candidato ufficiale.
Un passo fondamentale verso l'apertura dei negoziati d'adesione è stata l'approvazione all'unanimità da parte del Parlamento della repubblica d'Albania della legge di riforma costituzionale della giustizia avvenuta il 21 luglio 2016, ritenuta necessaria dall'Unione europea per combattere la corruzione dilagante nel paese. I problemi riguardanti la corruzione nel Paese delle Aquile però ancora permangono e rendono alcuni Stati membri – Germania e Francia in primis – scettici sulle possibilità di promuovere l’Albania e avviare i negoziati. In aggiunta le trattative, anche se il Consiglio dell'UE dovesse deliberare a favore dell'avvio delle trattative, potrebbero essere sospese per via di una o più gravi violazioni dei principi che regolano la stabilità dell'UE, come è avvenuto nel caso della Turchia per la tutela dei diritti umani e civili.
Nonostante i molteplici passi che l'Albania deve ancora compiere per conformarsi ai criteri di adesione, lo stesso Alto rappresentante dell'UE ritiene che “questa decisione di raccomandare l’apertura dei negoziati è un incoraggiamento a questi Paesi (intenzionati ad entrare nell'UE) a continuare sulla via delle riforme”. Qualche settimana fa il presidente dell'Albania, Edi Rama, ha affermato a Bruxelles, in una conferenza sull'Albania al Parlamento Europeo, che “meritiamo pienamente l’apertura dei negoziati di adesione all’Unione europea, l’Europa per noi è una religione e la nostra presenza può renderla più forte”.