Continuano le attività con i beneficiari delle Borse di Studio Fuoriclasse nel quartiere Musocco. La zona rossa non ci ha impedito di tenere aperti i nuovi spazi del Centro Educativo situato in via Sapri 50.
In un periodo di continui cambiamenti e grande confusione, l'adesione al mondo scuola di beneficiari e famiglie è sempre rimasto l'obiettivo principale dell'equipe educativa del progetto.
Questo periodo è stato molto importante per fare un'analisi del percorso svolto fino a quel momento con tutti gli attori coinvolti nel progetto (beneficiari, docenti, genitori, volontari, coordinatori ed educatori).
Si è proceduto quindi a infittire maggiormente il dialogo e il confronto con le scuole e i docenti di riferimento. Questo scambio, se in buona parte ha contribuito a migliorare la collaborazione, è comunque stato condizionato dai continui cambiamenti del mondo scolastico. A gennaio tutti i beneficiari sono tornati in presenza in classe alcuni giorni a settimana, chi alternando un giorno a scuola e uno a casa, chi alternando una settimana a scuola e una casa. Anche gli orari scolastici hanno subito numerosi cambiamenti e quasi ogni settimana ai beneficiari arrivava una nuova scansione oraria. A marzo poi i beneficiari sono tornati a partecipare alle lezioni unicamente online. Per alcuni casi però, grazie all'attivazione di docenti, educatori e famiglie, si è riuscita a mantenere la partecipazione in presenza. Allo stesso modo, nei casi di ore di laboratorio, gli istituti professionali generalmente sono riusciti a mantenere attività in presenza alcuni giorni a settimana.
D'altro canto, sia per una scelta educativa sia per questioni organizzative, come equipe si è deciso di mantenere sempre gli stessi orari e giorni di apertura, dando un segnale di stabilità e continuità.
Parallelamente si è optato per una maggiore flessibilità, dando la possibilità ai beneficiari di venire più giorni a settimana o in fasce orarie differenti in base ai loro impegni scolastici (molti hanno lezioni anche in pieno pomeriggio). Inoltre, come da settembre, si è data la possibilità di partecipare in presenza o online.
Nonostante alcune confusioni o alcuni cali di partecipazione, si è ricevuto un riscontro molto positivo, divenendo un riferimento di stabilità e di sicurezza, ma anche di occasione di socialità e di confronto con altre persone. Una situazione che i beneficiari non hanno trovato nella scuola.
Parallelamente si sono mantenuti i contatti telefonici con le famiglie dei beneficiari del progetto. In alcuni casi si è riuscito anche a organizzare degli incontri in presenza all'aperto (es. per la consegna di documenti o per confrontarsi su situazioni critiche). Altrimenti si è riuscito a organizzare incontri di monitoraggio online anche in presenza di docenti e genitori. Si è mantenuto il confronto sulle attività e sugli obiettivi educativi sia del gruppo che del singolo beneficiario, adattandoli al contesto e agli spazi disponibili.
Inoltre, da fine gennaio su iniziativa di operatori e beneficiari, è iniziata un'opera di risistemazione di spazi e materiali. Questo maggior coinvolgimento ha contribuito a riaccendere l'entusiasmo e l'attaccamento al Centro Educativo, personalizzandolo e facendolo sentire più vicino alle esigenze di ognuno. Da spazio vuoto e anonimo si è trasformato in una seconda casa! Hanno realizzato un grande murales di 5 metri, colorato i caloriferi, costruito dei divani con pallet e un tavolino con assi di legno (hanno poi dipinto i divanetti e ricoperto il tavolino con immagini grazie al decoupage), cucito i cuscini. In questa azione ha contribuito tanto il coinvolgimento e la formazione dei volontari, ormai parte integrante del gruppo, con ruoli e obiettivi specifici, sempre pronti a dare una mano con gratuità e semplicità.
Oltre a tutto questo è stata proposta anche un’attività laboratoriale per concludere un percorso di arte terapia. Dopo l’ultimo incontro di Phototherapy tecniques, l’equipe ha proposto un incontro dedicato al Caviardage. Questo metodo è stato ideato da Tina Festa e consiste nell’aiutar a tirar fuori una poesia nascosta dentro ognuno attraverso il processo creativo che parte da una pagina scritta. Tale attività è stata rivolta ai beneficiari delle medie.
Dopo aver brevemente spiegato loro la tecnica del Caviardage e le sue origini e significato, i beneficiari si sono sperimentati nella stessa. Ad ogni beneficiario è stato consegnato un foglio con riportate le parole di quanto emerso da loro stessi la volta precedente in un laboratorio di phototherapy. Partendo dal testo (descrizione di cosa vedevano nelle foto, che emozioni loro elicitavano e perché le avevano scelte e/o scattate) hanno “censurato”, cancellato tutte le parole lasciandone solo alcune, capaci di generare una poesia. Il foglio è stato poi decorato e abbellito con disegni e motivi grafici dai ragazzi/e stessi/e. Le poesie sono poi state appese e lette. I beneficiari sentendo ad alta voce le loro opere si sono commossi e qualcuno ha provato stupore. Si è poi fatto un breve momento di circle time per dare feedback sull’attività; tutti positivi.