Il 25 settembre, presso il Centro Giovanile Arka di Scutari, si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione ai corsi di formazione/aggiornamento professionale rivolti a tutti gli operatori che lavorano nei servizi residenziali per orfani di Scutari, nell'ambito del progetto "La Comunità del futuro - AID10950". L’evento è stato collocato a conclusione di un intenso percorso, durato da febbraio a giugno 2019, che ha visto la realizzazione di 4 percorsi formativi/curricula (1 per psicologi, 1 per educatori, 1 per assistenti sociali ed 1 per assistenti di base), e il coinvolgimento di 60 operatori provenienti dalle strutture residenziali della città.
I contenuti dei moduli hanno riguardato temi come: la progettazione educativa, la deontologia professionale, le tecniche di valutazione psico-sociale, il lavoro di gruppo e di rete, il processo di deistituzionalizzazione in Albania, la sessualità, l’affettività e il genere. Durante la mattinata hanno preso la parola:
Marjan Lukani, coordinatore per IPSIA in Albania, ha dettagliato le attività progettuali per illustrare agli operatori dei servizi tutte le opportunità che il progetto offre agli orfani: un nuovo modello di servizio residenziale (comunità educativa), borse lavoro, formazione professionale, corsi educativi, ecc. Lo scopo di questa breve presentazione è stato quello di stimolare i presenti alla collaborazione, nell’ottica di una progettazione condivisa tra vari attori che abbia come fine ultimo il riscatto sociale degli orfani.
Chiara Gazzola, cooperante junior di IPSIA, ha raccomandato ai presenti di sviluppare ed approfondire il lavoro di confronto e condivisione esercitato durante la formazione anche nella quotidianità, all’interno delle proprie istituzioni, in quanto strumento privilegiato ed efficace per la gestione dei casi più complessi, per il proprio benessere psicologico e il superamento delle difficoltà che derivano da una relazione quotidiana con la sofferenza e il disagio sociale.
Vilma Shiroka, specialista del Dipartimento dei Servizi Sociali del Comune di Scutari, ha sottolineato l’importanza della partecipazione degli operatori ai corsi di formazione come azione coerente e in linea con il processo di deistituzionalizzazione dei servizi sociali in Albania.
Visar Dizdari, il Direttore del Dipartimento di Psicologia e Lavoro Sociale dell’Università di Scutari, ha ripercorso le varie fasi di ideazione ed organizzazione dell’attività di formazione sottolineando che i contenuti dei moduli/curricola sono il frutto di una ricerca sul campo condotta dall’Università di Bologna e quella di Scutari, e quindi, nascono da esigenze reali e concrete manifestate dagli operatori stessi.
Bujane Topalli, Docente di Lavoro Sociale dell’Università di Scutari, ha illustrato quanto emerso dal report di elaborazione dei dati raccolti durante la realizzazione dei percorsi formativi. Partendo dalla sua esperienza di monitoraggio, ha sottolineato una forte esigenza degli operatori nel poter disporre di una figura di supervisione che li accompagni, li supporti e li indirizzi nel loro lavoro quotidiano. Questo perché non sono rari i vissuti di stress emotivo generati dal lavoro nelle professioni di cura.
A questo momento è seguito quello del confronto libero, in occasione del quale gli operatori hanno potuto raccontare quale significato ha avuto per loro l’esperienza, i suggerimenti, le proposte per il futuro. Tra queste ultime è emerso: il desiderio di frequentare altri corsi di questo tipo; la necessità e la voglia di approfondire, tramite un nuovo corso, l’intricato e complesso processo di deistituzionalizzazione in Albania anche da un punto di vista più specificatamente legislativo; l’urgenza di disporre di una nuova (o specializzare una già presente in struttura) figura di supervisione che accompagni gli operatori nel loro lavoro quotidiano.
Al termine dello scambio, gli organizzatori hanno proceduto con la consegna degli attestati: ciascun operatore è stato chiamato personalmente a ritirare il proprio. Al termine dell’evento è stato offerto un piccolo buffet ed è stata scattata una foto ricordo con tutto il gruppo dei partecipanti.
L’evento ha rappresentato una buona occasione di incontro ma soprattutto di confronto e scambio reciproco dei vissuti di tutte le persone che hanno preso parte all’attività: dai promotori, agli operatori, alle formatrici, ecc. Il messaggio finale che gli organizzatori hanno voluto trasmettere parte dalla convizione che solo attraverso il lavoro di gruppo e quello di rete fra tutti gli attori presenti sul territorio (Comune, organizzazioni, associazioni, Università, ec.) sia possibile realizzare un intervento di aiuto capace di promuovere il benessere delle persone coinvolte nella relazione d’aiuto e quello della collettività. I professori dell’Università hanno raccomandato ai presenti di riflettere, da una parte, sull’importanza del lavoro di gruppo come uno degli strumenti più efficaci per favorire il raggiungimento degli obiettivi lavorativi e per tutelare l’operatore da eventuali rischi di isolamento e burn out professionale; dall’altra, sul lavoro di rete come l’azione congiunta del servizio residenziale con altre relazioni di aiuto formali e informali.