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La primavera al confine dell'Unione Europea
15
Mag
2019

La primavera al confine dell'Unione Europea

Con l’arrivo della primavera il numero di persone che tenta di attraversare il confine tra Bosnia Erzegovina e Croazia per raggiungere i paesi dell’Unione Europea è aumentato, così come è aumentato visibilmente il numero di entrate in BiH dove la maggior parte delle persone continua a tentare di raggiungere la parte nord occidentale del Paese nonostante le politiche sempre più restrittive delle istituzioni Cantonali che cercano di vietare l’accesso ai migranti nel Cantone dell’Una-Sana, bloccando treni e autobus appena fuori dai confini cantonali per poi lasciarli su strade isolate dai centri abitati più vicini, in particolare nell’area di Ključ.

Negli ultimi giorni sono state registrate circa 400 entrate all’ex fabbrica Bira, il campo situato nell’area di Bihać, nella parte nord-occidentale della Bosnia Erzegovina, che ospita circa duemila persone in attesa di partire per quella partita infernale chiamata game.

A causa di un’improvvisa ondata di freddo, che nelle ultime settimane ha colpito la regione provocando nevicate lungo le montagne che segnano il confine tra Bosnia e Croazia, le persone sono costrette a tornare indietro poiché impossibilitati a percorrere i sentieri innevati.

Le condizioni all’interno del campo non vedono prospettiva di miglioramento. Mancano gli strumenti specifici ed adeguati per affrontare l’emergenza e per far fronte alle necessità di assistenza sanitaria, psicologica e legale di cui le persone in transito da mesi, se non anni, su questa rotta hanno bisogno.

L’assenza di piani governativi per affrontare la crisi migratoria in BiH e la continua delegazione dell’UE attraverso fondi dati in gestione alle organizzazioni internazionali rendono questa rotta invisibile agli occhi dell’Europa intera calpestando quelli che sono i diritti umani e la dignità delle persone espressi nella “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo” di cui abbiamo celebrato l’anniversario dei 70 anni proprio lo scorso Dicembre.

Tra le vie della città passano ogni giorno carovane di persone in cammino verso i boschi che portano alla frontiera croata. Nell’ultimo periodo sono state adottate anche misure sempre più restrittive a livello municipale. La polizia bosniaca sta limitando la libertà di circolazione dei migranti nel centro di Bihać. Ai migranti, infatti, ultimamente viene impedito di passeggiare nei parchi e per le vie del centro città, costringendo loro a rimanere all’interno di una struttura dove l’aria è cupa e il malessere e le tensioni aumentano di giorno in giorno.

IPSIA sta proseguendo la sua attività di distribuzione del tè all’interno del campo Bira con lo scopo di migliorare il suo spazio di aggregazione e socializzazione. Durante le ultime settimane gli ospiti del campo hanno decorato il nostro Caj Corner con disegni di vario tipo e con bandiere dei loro paesi di provenienza. Il nostro obiettivo è portare avanti attività di questo tipo ed ampliare il nostro angolo di socializzazione per alleviare la frustrazione di queste persone bloccate da mesi in questo limbo infinito.

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