Ricominciare dopo anni di timori e sfiducia. Una nuova prospettiva di certezze e inclusione sociale si apre per gli orfani di Scutari. E’ iniziato il censimento previsto del progetto “La Comunità del futuro: interventi di inclusione socio-lavorativa per gli orfani di Scutari”. Il progetto è dedicato a tutte le persone che hanno perso entrambi i genitori, che sono stati abbandonati, non riconosciuti o ai cui genitori è stata sottratta la patria potestà, tutti coloro che hanno perso il padre o la madre ed ora versano in condizioni economiche disagiate. Potranno beneficiare del progetto anche i figli degli orfani e le persone vedove con bambini a carico di un’età inferiore ai 40 anni.
Ipsia, sostenuta dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, vuole essere in prima linea nella tutela dei diritti umani e nella valorizzazione delle fasce sociali più disagiate. La collaborazione con le Istituzioni locali albanesi inizia a dare i primi frutti. Sono solo i primi passi verso un domani di maggiori certezze per gli orfani e per tutta la comunità di Scutari. Continueremo a raccontare su Diari le nostre attività e i risultati raggiunti.
Con l'estate è iniziato il censimento degli orfani, ovvero i primi passi del progetto "La Comunità del futuro: interventi di inclusione socio-lavorativa per gli orfani di Scutari" e così individuando e registrando i potenziali beneficiari delle nostre attività abbiamo iniziato a condividere le opportunità che il progetto offre. Ma chi sono gli orfani? Tutti coloro che in tenera età hanno perso entrambi i genitori (orfani biologici), che sono stati abbandonati, non riconosciuti o ai cui genitori è stata sottratta la patria potestà (orfani sociali), tutti coloro che hanno perso il padre o la madre ed ora versano in condizioni economiche disagiate; infine a beneficiare del progetto saranno anche i figli degli orfani e le persone vedove con bambini a carico di un’età inferiore ai 40 anni. La zona dell’indagine comprende il territorio della municipalità di Scutari. Il primo passo è stato quello di coinvolgere tutte le istituzioni, organizzazioni, associazioni, congregazioni religiose, locali o internazionali, che si occupano di accogliere, supportare o assistere persone orfane in condizione di disagio. Tra queste, il Comune di Scutari ha fornito una lista di tutti i residenti dei convitti statali e di tutte quelle famiglie con un solo genitore che ricevono un sussidio statale. Il contributo del Municipio si è espresso anche mediante il coinvolgimento dei propri Centri Comunitari, servizi sociali multisettoriali dislocati nei 5 distretti della città, che ci hanno segnalato potenziali persone beneficiarie residenti nella propria area di competenza. La Shoqata Kombetare e Jetimeve si è premurata di procurarci un elenco delle famiglie composte da un solo genitore che versano in situazioni economiche svantaggiate. Islamic Relief ci ha fornito una lista di tutte quelle persone, di fede musulmana, che aiutano tramite pensioni sociali. Lo staff della Casa Famiglia Ravasco, che accoglie bambine e ragazze orfane, sta attualmente lavorando con le proprie ospiti per sensibilizzarle e renderle consapevoli delle opportunità che offriamo indirizzandole verso la partecipazione ai corsi. Le Case Famiglie del Progetto Speranza hanno organizzato incontri conoscitivi con i propri ragazzi in occasione dei quali la psicologa del servizio ha segnalato alcuni potenziali beneficiari del nostro progetto. La mensa gestita dai frati francescani e destinata alle persone povere, ha fornito un elenco degli orfani che usufruiscono quotidianamente del servizio. Altre ancora sono le realtà locali che ci hanno aiutato nella ricerca, come alcune Chiese della città e della provincia di Scutari che hanno diffuso la notizia fra i propri fedeli. La principale problematica rilevata in questa fase consiste nella scarsa attendibilità delle liste che, in alcuni casi, non sono aggiornate o raccolgono dati inesatti. Molto spesso, infatti, alcune delle famiglie registrate sono emigrate all’estero da anni, oppure i numeri di telefono riportati negli elenchi sono errati. Il secondo passo è stato quello di contattare telefonicamente tutte le persone precedentemente
Il secondo passo è stato quello di contattare telefonicamente tutte le persone precedentemente identificate per poterle informare sulle opportunità progettuali e, al contempo, invitarle agli incontri di presentazione delle attività. Questo passaggio è stato reso possibile grazie al contributo di alcune figure chiave, ovvero 4 orfani adulti cresciuti all’interno delle istituzioni statali e diventati elementi fondamentali per la mediazione, soprattutto in occasione dei primi approcci. Il loro coinvolgimento ci ha permesso, in alcuni casi, di abbattere e superare il timore iniziale. L'inciampo di questo secondo passo lo abbiamo riscontrato nel contatto e nella relazione con queste persone, nella loro diffidenza nei confronti degli sconosciuti, nella sfiducia verso le istituzioni ufficiali e nella disillusione nei confronti di ciò che gli viene proposto come opportunità. Agli orfani sono state fatte promesse mai mantenute e, nella maggior parte dei casi, sono stati ignorati sino al momento in cui la politica e i partiti non hanno avuto il bisogno di strumentalizzarli. Molti di loro hanno avuto esperienze negative con diverse tipologie di assistenza ed ora dubitano e sospettano perché sono rimasti delusi. Ciò fa sì che i primi contatti con loro debbano essere molto delicati. Crediamo sia necessario muoversi con cautela e sensibilità, coinvolgendo quelle pochissime persone di cui loro si fidano e che fungono da intermediari fidati. Attualmente sono ancora in corso gli incontri conoscitivi per spiegare ai beneficiari le opportunità e le modalità di accesso ad esse. In occasione di questi incontri distribuiamo materiale informativo e somministriamo questionari per raccogliere informazioni personali riguardo la formazione scolastica professionale, le esperienze lavorative, lo stato di famiglia. I dati raccolti serviranno a completare un database per reperire tutte le informazioni necessarie a predisporre le attività, quali l’organizzazione delle classi, la scelta delle tematiche trattate nei corsi di formazione, ed ovviamente ad aggiornare i dati in possesso alle istituzioni locali.