Questa settimana, un gruppo di 6 studenti, fra 15 e 18 anni, italiani e immigrati, sono in giro per le scuole del Trentino per presentare lo spettacolo di teatro “Scacco Matto Afghanistan”, ideato e realizzato da loro stessi sotto la direzione del regista Michele Trotter e dell'educatore Matteo Petrolli.
L'iniziativa è promossa da IPSIA del Trentino (Istituto Pace Sviluppo e Innovazione delle ACLI) come attività di sensibilizzazione sul tema dell'emergenza profughi prevista nel progetto di cooperazione internazionale “Emergenza rifugiati sulla Western Balkan Route - Intervento di sostegno umanitario ai rifugiati”, finanziato dalla Giunta Provinciale e l'Assessorato alla Cooperazione allo Sviluppo della Provincia Autonoma di Trento.
Lo spettacolo, con la durata di appena 45 minuti, ripercorre le tappe del viaggio di un giovane rifugiato dall’Afghanistan all’Italia. Prima la vita in un paese dell’Afghanistan, dove matura la decisione di partire; quindi il viaggio attraverso le montagne; poi la vita randagia e solitaria in Grecia in attesa di un’occasione propizia per attraversare il Mediterraneo; quindi i viaggi clandestini in mare e sugli autocarri; infine l’arrivo in Italia e finalmente, a distanza di due anni, la voce della madre all’altro capo del telefono.
Originariamente, lo spettacolo è stato realizzato nell'ambito del "Laboratorio Teatro e Convivenza", organizzato dal Comune e dalla Parrocchia di Denno in collaborazione con la Cooperativa Sociale Casa Zambiasi Coop e con l'appoggio del Cinformi.
A interpretare la storia di Mohamed sono i giovani attori Andrea Dalpiaz, Nader Bouaouni, Linda Cova, Madalena Lima, Michele Martini e Silvia Berlanda, tutti della Bassa Val di Non.
Hanno aderito all'iniziativa che sta coinvolgendo circa 600 studenti e prevede anche momenti di riflessione e dibattito in seguito allo spettacolo: Liceo G. Prati di Trento, ENAIP Villazzano, ENAIP Borgo Valsugana, Liceo Martino Martini di Mezzolombardo e Liceo F. Filzi di Rovereto.
Il progetto “Emergenza rifugiati sulla Western Balkan Route” viene realizzato nel confine tra la Serbia e la Macedonia. A Presevo, in Serbia, si tratta di un intervento umanitario con l'obiettivo di ridurre il disagio dei rifugiati e dei migranti (circa 650.000 persone, 6.000 arrivi al giorno) durante il loro viaggio e soggiorno in Serbia lungo la Western Balkan Route / la rotta balcanica occidentale.
In partenariato con la Caritas Serbia, IPSIA del Trentino vuole garantire migliore accesso e distribuzione degli aiuti umanitari (cibo, materiale igienico sanitario, protezioni dagli agenti atmosferici) in particolare per i gruppi vulnerabili (anziani, donne, bambini) della popolazione migrante migliorando al contempo anche la logistica e i servizi di supporto sociale nei centri di registrazione e transito.
Ancora con il contributo dell'Assessorato alla Cooperazione allo Sviluppo della Provincia Autonoma di Trento, IPSIA del Trentino sta ristrutturando un albergo in una area “pacificata” nei pressi di Sevaré, in Mali. Trattasi di una zona abbandonata negli ultimi anni a causa sia di ebola che di guerra. L'obiettivo è quello di dare ospitalità ad una cinquantina di ragazze di famiglie che vivono in zone di guerra e che sarebbero altrimenti impossibilitate a frequentare la scuola. Il progetto “Hotel de la Paix” è su proposta della associazione locale Giru-Yam. “Alla base l’idea che la cultura, la scuola e il lavoro possono arginare il terrorismo, contrastare gli estremismi religiosi e migliorare le condizioni di vita delle donne”, dice il presidente di IPSIA del Trentino Fabio Pipinato.