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Di primavera, di viaggi e di Balcani
13
Mag
2024

Di primavera, di viaggi e di Balcani

Sembra che qui in Bosnia ci siamo finalmente lasciati alle spalle il freddo inverno. Non si può esserne del tutto certi, dato che il meteo cambia ogni settimana, e si può passare da 5 a 25 gradi in un solo fine settimana. Il sole che filtra dalla finestra però mi fa ben sperare che, questa volta, la primavera sia arrivata per restare.

Primavera significa che questo anno di Servizio Civile sta ormai volgendo al termine. Mancano pochi mesi, e quale modo migliore di sfruttarli se non viaggiando? Essere in Bosnia significa trovarsi al centro dei Balcani, il punto di partenza perfetto per esplorare tutto ciò che sta intorno.

Ad inizio aprile sono tornata in Italia, la scusa perfetta per fermarsi a Zagabria sulla via del ritorno. Era una mattina di sole quando sono atterrata nella capitale della Croazia. Ho lasciato zaino e valigia alla stazione degli autobus, e ho esplorato la città a piedi. Zagabria è una città davvero graziosa, con larghi viali su cui passeggiare. L’avevo già visitata, perciò ho deciso di girovagare senza meta, sperando di trovare qualcosa di nuovo. E così è stato! Sono salita nella parte alta della città, e lì ho trovato il Museo Croato di Arte Naif: una piccola galleria dedicata alle opere di artisti croati provenienti dalla classe operaia. In quel momento ero l’unica visitatrice, ed è stato bello avere il museo tutto per me.

Dopo il Museo, ho attraversato un parco per ridiscendere verso la piazza principale. Tempo di un caffè, ed era già ora di prendere il pullman per tornare a casa, a Bihac. Non ero troppo triste però, dato che il fine settimana successivo mi aspettava un altro viaggio, in Repubblica Srpska. Per chi non lo sapesse, la Bosnia Erzegovina è divisa in due entità. La prima, dove viviamo noi volontarie di Servizio Civile, dà il nome all’intero stato, e comprende città come Sarajevo e Mostar. La seconda entità è la Repubblica Srpska, con capitale Banja Luka. Il centro di Banja Luka è piccolo e lo si visita in poche ore, ma i dintorni della città possono essere molto interessanti. In particolare Banj Brdo, una collina in cima alle quale si trova un imponente monumento dedicato ai soldati caduti durante la Seconda Guerra Mondiale. L’atmosfera che vi si respira è incredibile: i bassorilievi dell’opera raccontano delle lotte e delle sofferenze del popolo Jugoslavo, ma anche dei momenti di pace e di ricostruzione. Da lì, si gode di una vista incredibile su tutta la città.

Infine, ma non per importanza, la primavera mi ha portato a Belgrado. Per le vacanze di Bajram, alla fine del Ramadan, io e le mie coinquiline abbiamo noleggiato un’auto e abbiamo raggiunto la capitale serba. Belgrado ci è piaciuta fin da subito. L’abbiamo girata a piedi da cima a fondo, senza tralasciare nessun monumento, nessun palazzo, nessuna stradina. Belgrado si sviluppa sull’unione dei fiumi Danubio e Sava, che offrono viste bellissime. Questa città piena di vita ci ha anche portato però a riflettere sui conflitti e sui risentimenti che ancora attraversano i Balcani. Entrando in città, la prima cosa che ho notato è stata una scritta su un cavalcavia: “Kosovo je Srbija”, il Kosovo è Serbia. Questo slogan nasce negli anni 80, ed è stato adottato nuovamente dopo la dichiarazione di indipendenza del Kosovo nel 2008. Questo tipo di graffito lo avevo già notato a Banja Luka, dove, sul muro di un palazzo, qualcuno aveva disegnato la sagoma del Kosovo, e l’aveva pitturata con la bandiera della Serbia. Camminando per le strade della capitale, non è raro imbattersi in un altro slogan: “'Kad se vojska na Kosovo vrati'”, quando l'esercito tornerà in Kosovo.

Quando sono arrivata in Bosnia a giugno 2023, ne sapevo veramente poco di Balcani. Anche adesso, dopo un anno vissuto qui, la sensazione è quella di aver solamente scalfito la superficie. Ogni viaggio fa emergere nuove prospettive, e soprattutto nuove divisioni, ferite ancora aperte. Quello che penso di aver capito è che questa regione, così bella e con così tanto da offrire, non vedrà la risoluzione dei propri problemi grazie a trattati internazionali, patti o convenzioni. Sono convinta che il cambiamento, quello vero e duraturo, venga sempre dal basso, dalla volontà delle persone comuni. I tempi saranno ancora lunghi, ma mi auguro di cuore che queste terre, in cui lascio un pezzo di cuore, possano presto trovare la pace che meritano.